Gesù il viandante
Andiamo di primo mattino usciamo dalla notte
lavate le mani e il cuore e sul volto riflessa la gloria
della sua Schekinah (manifestazione)!
Andiamo senza turbare la luce che sorge e il canto
degli uccelli lungo la via.
Andiamo col passo del Pellegrino,
nel sacco appena un tozzo di pane
che inzupperemo all'acqua di fonte
sull'altipiano: la necessaria
eucaristia di Natura avanti di assiderci a sera
per l'ultima Cena.
E come usavano gli antichi oranti dal “Tetto del mondo”, ognuno
appenda al proprio bastone il velo della sua sospirata preghiera
e il vento la porti nella direzione che vuole.
Andiamo leggeri, prodigiosamente leggeri,
per non offender la terra, e nulla alteri il ritmo
del misurato respiro.
E con l’alito appena a bolle di luce diciamo
”Gesù, figlio di Dio, abbi pietà di noi”
perché tutta la terra sia irrorata dalla infinita pietà.
Tutte le ferite fasciate sozzure e immondizie
bruciate nella Geenna, colmate tutte le solitudini.
O anche senza a nulla pensare,
lasciare libero Iddio
che usi grazia come a Lui piace:
perché noi non sappiamo, non sappiamo!
È già grazia essere amati, e più ancora
lasciarsi amare; e scendere al centro del cuore
e portare la veste nuziale e tornare al’’innocenza primeva,
tornare ad essere in pace.
Ricondurre la mente al centro del cuore dove
finalmente celebrare l’incontro:
poiché là Egli innalza la sua preferita dimora
la tenda dei suoi ozi, per i giochi d’amore.
E fare del corpo il castello delle nozze!
Amen.
(David Maria Turoldo)